Musicoterapia

Informazione musicale e stile di vita

a cura di Maurizio Borri

La ricerca strategica della felicità si basa sui sentimenti, proprio come una ricerca spontanea. Senza sentimenti non ci sarebbero motivazioni. L’esperienza del dolore e della paura, e la tensione verso i desideri hanno portato i sentimenti, buoni o cattivi, a condizionare l’intelletto, e quindi il comportamento, creando nuove modalità di regolazione della vita.

L’alleanza tra sentimento, intelletto e volontà ha formato un potente strumento d’azione che ha permesso all’uomo di tentare di applicare una strategia di vita gratificante attraverso i mezzi culturali, piuttosto che rimanere solo intrappolato dai suoi stessi strumenti biologici, in dote dalla natura, cioè gli istinti di base. Come e perché sono sorte le culture? Come si spiega lo sviluppo di intuizioni e idee che formano strumenti e funzioni quali le arti, la filosofia, le regole morali, le fedi religiose, la giustizia, l’economia, la tecnologia e la scienza? La risposta è da attribuire a funzioni che specificano e distinguono l’essere umano; intelligenza, intuizione, trascendenza, volontà, linguaggio, socialità. È una ragionevole spiegazione, che si fonda anche sul ruolo che sentimenti ed emozioni svolgono nel motivare le azioni individuali e collettive e che contribuiscono a dare origine alle culture. Ma se la cultura è caratteristica peculiare solo dell’uomo, in quanto, data la sua complessità, rivela l’uomo “creatura evoluta”, cioè una identità dotata di intelligenza, per contro – solo apparente – i sentimenti traggono la loro proprietà grazie ad un principio di regolazione della vita, la relazione continua che il nostro corpo ha con l’ambiente circostante, i cui stimoli primari permettono ad ogni organismo biologico di sopravvivere e procreare.

Purtroppo, la dualità cartesiana, per come è stata interpretata e strumentalizzata, separando la mente da corpo ha provocato solo una contraddizione di senso i cui effetti sono visibili ancor oggi. Siamo tutti figli della storia, quella storia fatta di uomini, quindi sia di verità che di contraddizioni, giusto per parlare della complessità e della facilità di manipolazione della cultura. Oggi, per come stiamo vivendo questo anno particolare, il fatto di esistere implica necessariamente il dato biologico, cioè il possedere un corpo organico, e quindi anche valutare il fatto che è il corpo biologico che garantisce la conformità alla natura, quindi la sopravvivenza.

Sentimenti ed emozioni non sono eventi isolati ma sono frutto dell’interazione tra i vari sistemi biologici e fisiologici presenti all’interno formano lo strumento che permette l’azione storica esistenziale. L’uomo è un ente sociale che si evidenzia attraverso l’azione in prassi storica. Va da sé che se uno riconosce questa valenza sia in positivo che in negativo, allora ha senso porre la musica oltre che come problema tecnico, storico, estetico anche come problema etico. Come criterio di indagine ho proposto di osservare come la musica agisce sulle nostre emozioni, sensazioni, fantasie e quanto altro, del momento.

Questa “tappezzeria musicale” si fonde con il nostro stesso concetto di esistenza, e in modo subdolo invia messaggi e stimoli che agiscono sui centri responsabili di taluni schemi fissi d’azione, cioè si attiva automaticamente una memoria comportamentale al sorgere di precisi segnali. La musica si appropria della nostra vita privata, la troviamo dappertutto, sin nelle pareti domestiche e, divenendo compagna usuale e quotidiana, ci bombarda di messaggi di cui quasi mai abbiamo coscienza. La musica infatti è un linguaggio dotato di intenzionalità e costruito secondo precise regole grammaticali.

Possiamo pensare che tutto questo non abbia alcun effetto su di noi e quindi considerare che qualsiasi fonte sonora sia sana, sia buona o compatibile con il nostro organismo e quindi faccia bene? Ha un senso parlare di etica in riferimento alla musica? Un brano musicale rappresenta sempre l’intenzione dell’autore, esso appare come una successione gradevole o sgradevole di suoni che non veicolano messaggi, se non quelli dell’immediata risonanza emotiva che come abbiamo visto nasce dal nostro corpo.

Sono numerosi i testi che ridefiniscono il concetto di musica alla luce di quanto l’etnomusicologia ha scoperto sulle pratiche musicali delle culture extraeuropee, oppure che considerano la musica come fenomeno rivelatore della propria epoca, quindi un ‘mezzo’ o informazione capace di fissare avvenimenti sociali e politici, alla stregua di un paesaggio sonoro. Questa informazione comportamentale non è attinente alla natura dell’uomo, ma deriva dal condizionamento culturale. In tal senso l’immagine musicale, per il solo fatto di esistere in un contesto sociale, veicola continuamente messaggi extramusicali che “intenzionano”. Quindi occorre considerare la musica come qualsiasi altra informazione, al pari di libri, film, video, ideologie etc. Una informazione che fa comunicazione soprattutto corporea e quindi emotiva.

Per poter accedere ad una propria soggettività, intesa come presa di coscienza, all’interno di questo bombardamento mediatico musicale, ci sono delle tecniche pratiche che agiscono sul corpo inteso come “mediatore di senso”. All’interno di una relazione che coinvolge due sistemi informatici interagenti quali sono l’uomo ed il suo ambiente prossimo, la risultante o vettore operativo che prevale è solo l’informazione più organizzata, quindi il più organizzato organizza il meno organizzato.

L’essere in balia degli eventi, soprattutto di quelli che non possiamo vedere o sapere ci rende passivi, succubi di qualsiasi informazione mediatica. Come fare per capire la gestione della propria esistenza? Una prima valutazione la si può già fare partendo dal proprio corpo. Abbiamo posto l’attenzione sul criterio del nostro corpo come base per fare una presa di coscienza basata sempre su una percezione di piacere o di fastidio, in quanto il processo percettivo segue sempre la logica biologica del rapporto metabolico: funzionale o regressivo nel qui e adesso della relazione di me in ambiente. Questo criterio trova il suo fondamento nel cosiddetto “secondo cervello” o “cervello viscerale” in quanto è questo il primo rilevatore dell’informazione ambientale. Questa parte del nostro corpo reagisce sempre in modo funzionale ed economico in quanto al suo interno ci sono sistemi neuronici predisposti a funzioni superiori, quindi il fatto di cogliere in modo prioritario l’informazione ambientale dipende dalle caratteristiche intrinseche all’organo in quanto funzioni specializzate.

La scoperta del cervello viscerale o secondo cervello come sede “indipendente” di integrazione ed elaborazione neurale dell’informazione ambientale costituisce una importante possibilità di conoscenza per iniziare una propria educazione alla salute. Gli studi fatti in merito, portano a considerare l’intestino come parte integrante del sistema psico-fisico dell’uomo, sempre connesso con tutte le parti del corpo. L’attenzione costante e cosciente della percezione viscerale in risonanza alla globalità sensoriale ci permette di cogliere l’informazione dominante, quindi la reazione dell’intestino è già di per sé un campanello di allarme per poter capire. Questo perché il cervello viscerotonico è la prima fenomenologia più fisica ed emozionale del nostro criterio di natura, il che significa che la fedeltà dell’informazione è determinante per attuare qualsiasi implicazione di coscienza.

L’elaborazione del lutto Secondo Natura

La morte vista dai vivi

In ambito esistenziale ogni cosa ha un inizio ed una fine, e questo è ampiamente conosciuto e dovrebbe pertanto poter essere gestito in modo naturale, per come la vita prevede il ciclo di esistenza, ma non è sempre così purtroppo, la elaborazione del lutto resta un argomento molto evitato e quindi poco trattato.
Vediamo secondo la psicologia diciamo classica quali sono le principali fasi del dolore e della elaborazione del lutto o perdita.
A fine anni ’60, nel 1969, la psichiatra svizzera Elizabeth Kùbler Ross ha elaborato una teoria circa le fasi della elaborazione del lutto, che sono tuttora seguite dalla psicologia classica attuale, e che sarebbero le fasi che una persona si trova ad affrontare dopo una perdita, in linea di massima con tempi e modalità che possono variare in relazione al singolo caso.


Le 5 fasi del lutto evidenziate in sintesi sono:

  1. rifiuto o negazione, è una forma di difesa come prima reazione, non ci credo;
  2. rabbia, perché è successo a me, cosa abbiamo fatto di male per meritarlo;
  3. patteggiamento, si cerca di riprendere l’equilibrio con una fase di alti e bassi;
  4. depressione, stato di tristezza con tutte le correlazioni di questo stato;
  5. accettazione, il tempo è grande medico e si volta pagina.

Di fatto lutto di per sé indica uno stato d’animo che può essere causato anche da abbandono o separazione, e chi ha provato una simile situazione ne conosce le varie fasi e le manifestazioni sia
interne che esterne. L’unico modo è accettare la situazione e reagire, in merito al tempo è decisamente variabile.

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Per leggere l’articolo completo scarica la rivista Natura Docet in cui è pubblicato il nostro articolo. SCARICA QUI

Introduzione 3V Master

 “3V Master”, giornata introduttiva

La Fondazione Homo Novus è lieta di invitare alla giornata introduttiva al  3 V Master, giornata dedicata a Imprenditori e Professionisti che si prefigge di fornire una presentazione  degli elementi base sempre validi per costruire una relazione funzionale con le risorse e ambiente con le quali si fa interazione, sia nel contesto aziendale/professionale che privato personale.

La metodologia 3V Veni Vidi Vici, è una tecnica che si impara come a leggere e scrivere, dal momento che è innata in tutti noi ma per lo più non viene utilizzata in quanto non conosciuta a meno di situazioni diciamo occasionali.

Tenuta Borgolano  Montescano (PV) (prov 201 da Stradella a Santa Maria della Versa)

data domenica 18 settembre 2022

Per informazioni e iscrizioni; info@gianfrancograssi.it

Formazione in sviluppo umanistico

 

Fondazione Homo Novus – Formazione in Sviluppo Umanistico

6-lug-2022 – 30-set-2022
Sviluppo Umanistico inteso come ripristino reversibilità pensiero – azione, quindi aumentare la sensibilità e la consapevolezza, rispristinando una coscienza esatta come prevista dal progetto di natura.

L’attività si svolge tramite incontri di un giorno presso ottimi agriturismi immersi nel verde e con ottima cucina facilmente raggiungibili oppure su base residenziale tre giorni in Umbria tra Foligno e Spoleto, presso Borgo Lizori un castello di pendio triangolare dell’anno mille interamente ristrutturato ad opera di privati.

Si tratta di riportare l’uomo al centro ma al centro in modo umanistico vale a dire in base al progetto di natura che origina ciascuno di noi.

Approfitta della nostra consulenza strategica, con tempi di intervento molto brevi ed evidenza di risultati.

Tecnica di scuola italiana 3V: Veni, Vidi Vici, applicata da oltre 30 anni con ottimi risultati.

Chiama subito per maggiori informazioni!

3V Master

gian-franco-grassi

 

Team Building 3V

Io sono lieto di presentare la innovativa Metodologia 3 V, Master e Consulenza
La metodologia 3 V Veni Vidi Vici, vuole essere un contributo semplice ma funzionale per
fare aumentare:
con il Master la sensibilità nel passaggio pensiero-azione, una formazione tecnica
operativa molto pratica con riscontro immediato e
con la Consulenza strategica avere subito la fotografia della dinamica aziendale in merito
a cambiamenti necessari per la ripresa e/o per la crescita.
La metodologia 3V Veni Vidi Vici, è una tecnica che si impara come a leggere e scrivere,
dal momento che è innata in tutti noi ma per lo più non viene utilizzata in quanto non
conosciuta a meno di situazioni diciamo occasionali.
In pratica vuol dire aumentare il livello di critica in relazione alla valutazione degli eventi e
situazioni e soprattutto essere in grado di distinguere la soluzione esatta. Si dice che se
esiste un problema esiste anche la soluzione ma il vero problema e di vedere la soluzione
e poi avere la freddezza razionale per attuare le azioni necessarie a risolvere.
Veni, ho impattato il problema,
Vidi, ho visto la soluzione e
Vici, ho applicato efficacemente ed ho risolto.
Il Master ha pertanto lo scopo di guidare i partecipanti attraverso una serie di incontri
molto pratici ad imparare a riconoscere le proprie modalità riferite alla sensibilità e quindi
ad aumentare la conoscenza del proprio radar percettivo organismico potendo così
contare su tante fonti di informazione che abbiamo a disposizione, ma che non usiamo, e
non solo la riflessione cerebrale e quindi poter meglio visionare la soluzione ottimale ma
anche di verificare poi la correttezza della attuazione fino alla conclusione.
Il Master si compone di incontri di una giornata presso agriturismi molto gradevoli e una
sessione su base residenziale di 3 giorni presso Borgo Lizori, borgo medioevale in Umbria
interamente ristrutturato da privati e dedicato ad attività culturali ed artistiche.
La Consulenza strategica 3V si avvale della sensibilità del tecnico il quale impattando
l’Azienda, l’Imprenditore e se necessario i Responsabili, tramite la sua modalità percettiva,
oltre alla sua competenza conoscenza capacità e grande esperienza, è in grado di
cogliere subito la dinamica e le situazioni da prendere in considerazione, impostando di
conseguenza una strategia di azione. In genere basta un primo incontro o al più un paio
per avere le indicazioni necessarie, senza possibilità di errore.
Nell’occasione della Fondazione Homo Novus posso iniziare questo percorso di assoluta
novità 3V Master con possibilità di riuscita per tutti e con investimento decisamente
modesto.
Un cordialissimo saluto per ora Gian Franco Grassi

 

Chiama subito per maggiori informazioni!

Infosfera vs Infodemia

 

INFOSFERA Il grande processo di trasformazione digitale

 

Siamo all’interno di uno spazio che nella filosofia dell’informazione viene definito Info-sfera:

L’Infosfera è un ambiente nel quale la distinzione tra reale e virtuale o tra analogico e digitale si fondono, il distanziamento sociale che sia provocato o giustificato, ci obbliga a relazionarci attraverso il virtuale e da quanto ho capito, credo che non c’è nessuna intenzione di cambiare rotta;

L’Infosfera è un ambiente, nel quale l’intelligenza umana sarà considerata obsoleta rispetto a quella artificiale, una intelligenza artificiale che non ha alla base ne una matrice etica e quindi di fatto, amplifica il motivo per cui è stata creata che è la mercificazione dell’uomo;

L’Infosfera è un ambiente nel quale sia gli organismi biologici che quelli geneticamente modificati si intrecciano, c’è un intervento del ministro Colao, in cui parla, senza lasciare adito a nessuna difficoltà interpretativa, di come, attraverso la tecnologia 5G sia possibile iniettare sostanze nel corpo umano.

Nell’Info-Sfera, più l’utente governa la sua vita privata sfruttando al massimo gli oggetti tecnologici, più comunica dati, più diventa lui stesso un “oggetto”.

In questa nuova dimensione è molto facile perdersi, tutto si confonde, il confine tra processore e processato tende a dissolversi.

Pe comprendere il modello di società verso cui stiamo andando, dobbiamo analizzare tali complesse dinamiche secondo due prospettive 

La prospettiva di chi detiene il controllo dell’informazione, che sta orientando anche la dimensione politica e che potrebbe minare, se non l’ha già fatto, i diritti fondamentali della nostra costituzione

Per semplificare proviamo a fare un semplice esercizio, quello di immaginare due tipi di modelli, quello dittatoriale e quello democratico, che separare le funzioni tra pubblico e privato.

Questo potere, concentrato nelle mani di pochissimi soggetti, pone le sue fondamenta su alcune semplici direttrici

  • L’eliminazione dello stato di diritto e della proprietà pubblica e privata, tutto deve essere liberalizzato, tutto deve essere governato da multinazionali le quali a loro volta fanno capo alle grandi corporazioni finanziarie;
  • L’alienazione dell’uomo, che passa dal suo impoverimento, alla possibilità di sopravvivere con un reddito universale in cambio di ordine e ubbidienza
  • La trasformazione post umana, ovvero, trascendere l’uomo in macchina come se questo non avesse un’anima, lo chiamano Transumanesimo.

Analizziamo ora la prospettiva di chi è dentro il sistema, ovvero, dentro una lavatrice la cui velocità viene decisa da chi ha in mano l’informazione   

Questo modello piramidale si sta implementando grazie ad un esercito di corrotti e di ignoranti, persone incapaci di provare empatia, messi in posizioni di rilievo al solo scopo di eseguire degli ordini.

Dobbiamo quindi fare molta attenzione perché il pericolo più grande non arriva solo da questo sistema coercitivo, ma come ci insegna la storia, il pericolo potrebbe arrivare dal nostro vicino di casa che si proclama ad inquisitore.

Dobbiamo resistere ed aspettare che gli eventi facciano il suo corso, ed utilizzare questo tempo per costruire e sostenere chi invece ha già acquisito questo tipo di consapevolezza.

Abbiamo infatti definito ALFASSA come l’arca di Noè, quella che vi prenderà a bordo per sfuggire al diluvio universale, e quando finirà la tempesta, noi tutti saremo chiamati ad operare come tante formichine per creare la società che abbiamo sempre immaginato

Evoluzione vs Involuzione

 

La ricerca umanistica deve essere il sale della ricerca scientifica, non possiamo cambiare la nostra società se prima non cambiamo noi stessi.

Dobbiamo far emergere tutto il nostro potenziale, così da eliminare la causa della nostre sofferenze e delle tante miserie, per superare le nostre debolezze, l’ignoranza e per trionfare sui nostri limiti.

Dobbiamo creare una nuova coscienza collettiva, quella che guiderà tutte le nostre forze ad operare in armonia con la natura, come tante particelle di amore in un singolo oceano di esistenza.